Ai territori servono informazioni statistiche e modelli di analisi omogenei
L’incontro promosso da Istat e Gdl Indicatori ASviS ha sottolineato i progressi per costruire misurazioni condivise sulla sostenibilità e segnalato la necessità di un maggior coinvolgimento della società civile.
Approfondire le sfide e le problematiche connesse alla misurazione della sostenibilità: questo il tema al centro dell’evento “La nuova strategia per lo sviluppo sostenibile”, organizzato il 13 ottobre dal Gruppo di lavoro “Indicatori” dell’ASviS e dall’Istat presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma e in streaming. Il ruolo della statistica ufficiale è fondamentale per capire dove stiamo andando rispetto all’Agenda 2030, ma occorre rafforzare il coinvolgimento di tutti gi attori, a partire dai decisori pubblici (nazionali e locali), nella definizione e nel monitoraggio di obiettivi quantitativi specifici. Un’esigenza rafforzata dalla necessità di monitorare le attività connesse al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dalle nuove indicazioni in termini di misurazione dello sviluppo sostenibile che scaturiscono dalla nuova Strategia nazionale di sviluppo sostenibile (Snsvs) anticipata nella Voluntary national review presentata in luglio dall’Italia all’High level political forum dell’Onu per fare il punto sugli impegni dell’Italia nell’attuazione degli SDGs.
L’incontro si è aperto con i saluti di Manlio Calzaroni, responsabile dell’area Attività e progetti di ricerca dell’ASviS e referente del Gruppo di lavoro Indicatori dell’Alleanza, e di Monica Pratesi, direttrice del Dipartimento per la produzione statistica dell’Istat. Proprio pochi giorni fa l’Istituto nazionale di statistica ha pubblicato il suo quinto Rapporto sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), caratterizzato quest’anno dall’integrazione del sistema SDGs con le sei missioni del Pnrr. Pratesi ha sottolineato l’impegno dell’Istat nella produzione degli indicatori, utili al monitoraggio degli Obiettivi ed elaborati con il concorso degli altri fornitori di statistica ufficiale del Sistan. La dirigente dell’Istat ha però sottolineato la necessità di coinvolgere in misura sempre più rilevante istituzioni, mondo della ricerca e organizzazioni della società civile. La modifica costituzionale in materia di tutela dell’ambiente, ha dichiarato Pratesi, è un incentivo per monitorare il raggiungimento degli SDGs. Tuttavia, nel nuovo “ecosistema dei dati” l’Istat ha bisogno delle istituzioni e della società civile. “Sarebbe anche utile coinvolgere i cittadini per arricchire i nuovi dati sull’ambiente e coordinarli con la statistica ufficiale. Tutto ciò richiede tempo e visione integrata tra benessere e sostenibilità. Stiamo inoltre lavorando per coordinare il sistema Bes (gli indicatori di Benessere equo e sostenibile) con quello SDGs”. Una priorità, quest’ultima, sottolineata anche da Calzaroni, che ha poi affrontato il tema della misurazione delle politiche connesse agli SDGs, che l’Istat ha avviato da tempo. “Un aspetto fondamentale è coinvolgere tutti gli stakeholder, sia persone fisiche che persone giuridiche. Dobbiamo fare molta strada sugli indicatori? Io rispondo che per definire gli standard internazionali per il calcolo del Pil ci sono voluti 40 anni. Gli SDGs sono stati approvati sette anni fa. Da questo punto di vista sono ottimista, ma dobbiamo lavorare insieme”.
In foto: Manlio Calzaroni e Monica Pratesi
Mara Cossu, dirigente del ministero della Transizione ecologica, ha illustrato la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) - “un quadro di riferimento a livello nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo settoriale e territoriale” – e ha raccontato il percorso che ha portato alla sua revisione, riflettendo anche sulle nuove forme di collaborazione da mettere in campo. “La strategia è in fase ultima di approvazione presso il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite). Dobbiamo attendere gli esiti del cambio di governo, ma tutti i passaggi formali sono stati fatti. Uno degli elementi di attenzione sarà l’attivazione di strategie territoriali di aggregazione che ci vengono richieste dalle Regioni e dalle Città metropolitane: occorre costruire dei quadri adatti ai territori di riferimento”.
In foto: Mara Cossu
Vincenzo Spinelli dell’Istat ha evidenziato che il fabbisogno di informazione statistica sul benessere e lo sviluppo sostenibile è in rapido aumento. I primi esempi di monitoraggio, per esempio gli indicatori Bes inclusi nel Documento di economia e finanza, sono stati affiancati da esperienze molto più ampie e articolate. C’è bisogno, tuttavia, di un costante coordinamento delle istituzioni per integrare la coerenza delle informazioni. Il rapporto SDGs dell’Istat, ha concluso, presenta numerose innovazioni con un approccio multidimensionale. Ad esempio, l’indicatore sociale di disuguaglianza di genere mette in evidenza “che l’Italia è divisa in due”.
In foto: Vincenzo Spinelli
Federico Olivieri, membro dell’area Ricerca dell’ASviS, ha descritto i principali risultati statistici del Rapporto 2022 dell’Alleanza. Una delle novità più rilevanti è l’analisi delle disuguaglianze e delle convergenze nell’Unione europea verso gli Obiettivi dell’Agenda. “È fondamentale che la strategia di sviluppo sostenibile a livello nazionale definisca gli obiettivi che l’Italia vuole raggiungere al 2030. Il compito dei territori è di definire il loro contributo al raggiungimento di tali obiettivi quantitativi”, ha dichiarato Olivieri. Tra i problemi riscontrati a livello di amministrazioni locali: la lentezza nell’attuazione dei programmi di rilevazione, le carenze nella raccolta dei dati, che incidono sul loro utilizzo, la ridotta base informativa per il monitoraggio degli ecosistemi.
In foto: Federico Olivieri
Giovanni Finocchiaro, responsabile della Sezione statistiche ambientali dell’Ispra, ha spiegato che dal punto di vista metodologico, sono due le linee di ricerca seguite dal suo Istituto: la prima rivolta all’aggregazione di informazioni con l’utilizzo degli indicatori compositi e la seconda legata all’analisi degli scenari nell’ambito dei future studies. Nei prossimi anni, ha detto, ci sarà bisogno di incrementare e ampliare i monitoraggi ambientali e indirizzare le statistiche verso l’approccio integrato insito nel concetto di complessità/sostenibilità.
In foto: Giovanni Finocchiaro
Nelle sue conclusioni, Monica Pratesi ha sottolineato il ruolo della misurazione statistica per costruire un linguaggio condiviso. Per migliorare la produzione di informazioni, è fondamentale l’integrazione dei framework internazionali ed europei, delle fonti e dei concetti dei sottoinsiemi degli strumenti statistici. Manlio Calzaroni ha osservato che l’impegno della politica e dei tecnici deve essere orientato a definire il modello nel quale misurare i problemi sui territori, costruendo quadri certi ai quali nessuna amministrazione possa permettersi di derogare.
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di Andrea De Tommasi