Dialogare con i giovani e metterli al centro: solo così il futuro sarà sostenibile

Nell’evento finale risultati e proposte della sesta edizione del Festival. Mallen: “transizione ecologica non è un lusso, ma l’unica strada possibile”. Cardinal Zuppi: “non ci interessano gli auspici, ci interessano le scelte”.

“Bisogna agire presto, non dobbiamo mai perdere la speranza di salvare il nostro pianeta” ed è ora di “iniziare a vedere con un cervello rinnovabile”. L’evento conclusivo del Festival dello Sviluppo Sostenibile, intitolato “Verso il 2030: una nuova generazione di idee si fa spazio”, si è aperto giovedì 20 ottobre, al Palazzo delle esposizioni di Roma e in streaming, con le parole di Brando, 12 anni, testimonial della campagna internazionale “Salviamo la Terra, non voglio vivere su Marte”.

I presidenti dell’ASviS, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, hanno tracciato un bilancio delle attività organizzate in tutta Italia e nel mondo in questa sesta edizione, con quasi mille iniziative, tra cui 53 eventi in 18 Paesi diversi realizzati con la rete diplomatica del ministero degli Esteri, tre eventi organizzati direttamente dall’ASviS e altri 19 incontri nazionali a cura dei Gruppi di lavoro dell’Alleanza; i 22 eventi principali hanno raggiunto oltre 20 milioni di persone e ottenuto più di 1,4 milioni di visualizzazioni in diretta, tra le piattaforme dell’ASviS e i canali dei media partner. Numerosi anche i contributi presentati dall’ASviS nel corso della manifestazione: dal Rapporto annuale, giunto alla sua settima edizione, ai tre Quaderni “La transizione ecologica giusta”, “Salute globale e determinanti sociali, ambientali, economici” e “Target 4.7. Educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale”, fino ai Position paper su infrastrutture sostenibili, consumo e produzione responsabili, servizio civile universale.


La presidente Mallen ha sottolineato la grande capacità di mobilitazione da parte della rete degli Aderenti all’Alleanza, della società civile e delle istituzioni: “I risultati della sesta edizione ci confermano che i temi dello sviluppo sostenibile sono al centro dell'attenzione della popolazione. Quest’anno ci ha meravigliato la risposta dei territori, siamo tornati ai livelli pre-pandemia del 2019”. Cosa manca, si è chiesta Mallen, per rendere la transizione ecologica un passaggio desiderabile? “Sono convinta che a mancare siano la visione e il coraggio per sensibilizzare tutta l'opinione pubblica circa la profondità delle azioni necessarie” mentre “per coinvolgere le comunità locali dovremo iniziare a parlare dei costi e delle opportunità della transizione ecologica che non è un lusso, ma l'unica strada possibile per uscire dalla crisi”.

Il presidente Stefanini ha richiamato l’attenzione su cinque messaggi emersi dal Festival: la visione del futuro, per analizzare gli scenari e individuare i rischi; l’accelerazione della transizione ecologica giusta, coniugando aspetti economici, sociali e ambientali; l’educazione dei giovani, che rappresentano il futuro del Paese; la necessità di rendere la salute globale una priorità politica; l’attenzione verso giovani e donne, che hanno subito più di altri gli effetti della pandemia. “La mobilitazione è stata importante”, ha commentato Stefanini, “adesso dobbiamo continuare. Siamo convinti che questo lavoro lasci delle tracce e crei sensibilità. Una ricerca condotta dall’Ipsos conferma che è aumentata la consapevolezza su questi temi, soprattutto tra i più giovani”.


In foto: Marcella Mallen, Pierluigi Stefanini

Maria Luigia Fiorentino, dell’Ufficio per lo sviluppo sostenibile dell’Università di Roma Tor Vergata, ha parlato di Climbing for Climate, l'iniziativa a cura della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus) e del Club alpino italiano (Cai) che mira a sensibilizzare sugli effetti dei cambiamenti climatici attraverso escursioni in aree protette.

È toccato al direttore di Rai Libri Marco Frittella moderare i due panel della giornata. Il primo, intitolato “Con i giovani verso il 2030: stiamo agendo?”, è stato aperto da Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio nazionale dei giovani, che ha sottolineato l’importanza della modifica costituzionale in tema di tutela dell’ambiente e future generazioni, avvertendo tuttavia che serve “un’educazione che possa favorire quel principio di equità intergenerazionale. Dobbiamo riformulare le nostre politiche progettandole con obiettivi di lungo termine e aumentare la consapevolezza nelle nuove generazioni affinché abbiano un ruolo attivo nei processi decisionali”.

Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha dichiarato che il Covid non è stata solo una pandemia ma anche una sindemia, dove cioè “la salute è determinata da fattori biologici, ma ci sono anche le interazioni tra i comportamenti, gli ambienti in cui viviamo e il virus”. In questa dimensione olistica “un dato importante è quello della povertà, perché 1,4 milioni di minori sono in povertà assoluta, e un altro tema rilevante è quello delle competenze, delle persone che escono prematuramente dal sistema scolastico, dei Neet. I dati che abbiamo indicano dove è importante investire: nell'istruzione, nella promozione della salute e degli stili di vita, nel creare spazi di partecipazione, nel recuperare la fascia di popolazione più povera, nell'alfabetizzazione generale che garantisce la possibilità di fare scelte consapevoli”.

Hilina Belayeneh, Youth Ambassador di One Campaign Italia, si è soffermata sulla risposta globale alla pandemia, che “è stata logica e irrazionale” insieme, e sull’importanza della distribuzione dei vaccini anti-Covid, perché “ci sono diversità nei tassi di vaccinazione tra Paesi a basso e alto reddito. Manca la volontà politica per rendere equo l'accesso ai vaccini”.

Filippo Salone, Prioritalia e coordinatore del Gruppo di lavoro (Gdl) ASviS sul Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide”, ha parlato del Servizio civile universale (Scu) come “porta di ingresso alla vita civile e poi alla cittadinanza attiva dei giovani, una cittadinanza che porta verso i principi fondanti del Goal 16”, e ha poi illustrato le principali proposte del Position paper “Servizio civile universale: giovani, cittadinanza e pace prodotto dal Gdl. A seguire la testimonianza di Sofia Tarasi, che sta svolgendo il Scu in Senegal con MoVi (Movimento Volontari Italiani).

In foto, da sinistra: Maria Cristina Pisani, Silvio Brusaferro, Marco Frittella, Filippo Salone, Hilina Belayeneh

La presidente della Rai, Marinella Soldi, ha inviato un video-messaggio trasmesso durante l’evento: “Sono profondamente convinta che il nostro bene futuro dipenda dalla capacità di mettere i giovani al centro di strategie e iniziative, dialogando con loro, aiutandoli ad essere protagonisti del cambiamento. La sostenibilità sui tre assi Esg (Environmental, social, governance, ndr) è una priorità per la Rai”.

Nella seconda tavola rotonda il focus è stato su “Sostenibilità, cultura e comunicazione”. Maria Cristina Finucci, artista e presidente del Garbage Patch State, l’‘isola’ di plastica che ha ottenuto il riconoscimento istituzionale di stato federale, ha dichiarato: “Volevo che l'idea di questo Stato entrasse nella mente delle persone. Nelle ultime installazioni ho scritto ‘Help’, come se fosse un grido di aiuto della Terra”.

Simonetta Giordani, segretaria generale di Civita, si è soffermata sul ruolo della cultura nelle strategie di sostenibilità delle imprese: “In questo momento storico in cui la politica è debole, i soggetti che possono dare un contributo sono le aziende. Come associazione ho pensato a come possiamo lavorare per inserire l'elemento culturale. C'è una doppia lettura: esiste la cultura della sostenibilità e la sostenibilità della cultura. È anche vero che la cultura ha bisogno di essere sostenuta con dei progetti con dividendi sociali misurabili”.

Gioacchini Manfredi, fotografo che lavora tra l’Europa e gli Stati uniti, ha raccontato il suo viaggio in Antartide che si è trasformato nel libro fotografico Floating Islands: “Ho deciso di andare in un posto dove tutto era assente. In questo viaggio stupendo ho ripreso contatto con tutte le forme di educazione, quando ci accorgiamo delle fragilità capiamo l'importanza di cambiare il nostro modo di vivere”.

È possibile non annoiare l’audience, si è domandato il giornalista e conduttore televisivo Massimo Gramellini, parlando di sviluppo sostenibile? L’argomento è “difficile”, ha detto, perché “genera ansia e perché siamo abituati a parlare di diritti, mentre il campo della sostenibilità parla di doveri. Mentre per i più giovani è più facile, gli anziani non hanno la percezione del problema, quindi anche a loro dobbiamo arrivare con un messaggio leggero, molto concreto, e occorre che si parli di sostenibilità non come qualcosa che ci viene tolto”.

Chiara Longo Bifano, giornalista Rai e segretaria generale del Prix Italia 2022, ha richiamato l’attenzione sulla sostenibilità come volano di sviluppo: “Il Prix Italia è un premio tradizionale, parliamo di eccellenza, di contenuti, di affidabilità. Il problema era renderlo più inclusivo e rilevante. Siamo partiti dal tema della sostenibilità e abbiamo creato il claim “Sustainable me”, la pianta che abbiamo scelto è un ulivo, la pianta intelligente”. A seguire, Mirko Clemente ha presentato il “Il granchio blu”, il documentario del corso di laurea Dams Unisalento vincitore del "Ylab 2022 Destinazione Sostenibilità" del Prix Italia come miglior progetto comunicativo-mediatico.

In foto, da sinistra: Gioacchini Manfredi, Mirko Clemente, Ema Stokholma, Marco Frittella, Simonetta Giordani, Chiara Longo Bifano, Maria Cristina Finucci

Musica e sostenibilità sono stati l’oggetto dell’intervento di Ema Stokholma, conduttrice e scrittrice: “Gli artisti potrebbero esporsi di più, in pochi fanno concerti davvero sostenibili. La musica ha sempre avuto un ruolo importante, sono cresciuta con artisti che facevano vedere il male che facciamo al pianeta e agli animali. Questi temi mi entravano dentro, come se fosse una cosa naturale. Siamo cresciuti con l'idea che qualcosa dovesse cambiare”.

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha ringraziato l’ASviS perché “siete una alleanza e credo sia decisivo allearci”, anche se “è faticoso, l'alleanza non è automatica, soprattutto se non c'è una convinzione profonda”. Invece, ha aggiunto, “è decisivo scegliere l'alleanza, anche rinunciando a qualcosa di proprio per acquistare qualcosa di più grande”. Poi ha concluso osservando che “L’Enciclica Fratelli tutti ha completato la Laudato si'. A distanza di sette anni dobbiamo guardare gli impegni presi, quelli mantenuti. Quando si perde l’urgenza si ha l'idea che ci sia tempo. Voi ci aiutate a capire che se non facciamo delle scelte oggi non c'è un futuro sostenibile. Non vogliamo che i Goal dell’Agenda 2030 siano delle vaghe promesse o degli auspici, non ci interessano gli auspici, ci interessano le scelte”.


In foto: card. Matteo Zuppi

Alla fine dell’evento, il presidente Stefanini ha richiamato l’attenzione su alcune parole-chiave emerse dal dibattito: “La prima è responsabilità, bisogna aumentare la responsabilità di ognuno di noi nei confronti degli altri e del pianeta. Dobbiamo poi fare in modo che la partecipazione sia sempre più incisiva. Dobbiamo agire con dei valori, con una nostra etica, perché la pace è il bene supremo che dobbiamo a tutti i costi salvaguardare. Sono sicuro che con fatica possiamo portare avanti il Paese verso gli Obiettivi dell’Agenda 2030”.

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di Andrea De Tommasi

 

venerdì 21 ottobre 2022