Valorizzare la cultura per generare impatti sociali sui territori

All’evento nazionale Cultura per lo sviluppo sostenibile metodologie innovative e nuovi progetti di valutazione indirizzati alla misura del capitale sociale e culturale, buone pratiche di innovazione e di educazione civica.

“Produrre un impatto sociale significa avviare un processo di valorizzazione culturale, costruire una cittadinanza, potenziare le azioni di rigenerazione urbana e supportare le attività di educazione e formazione sui territori.” Così Paola Dubini, coordinatrice del Gruppo di lavoro trasversale dell’ASviS dedicato alla cultura per lo sviluppo sostenibile, ha introdotto i contenuti dell’evento nazionale “Cultura e impatti: a che punto siamo”, che si è svolto il 19 ottobre pomeriggio, presso il Community hub culture ibride dell'Università per stranieri di Siena, in collaborazione con la Fondazione Monte dei paschi di Siena (Mps), all’interno della cornice del Festival dello sviluppo sostenibile 2022. L’evento, moderato da Pino Di Blasio, giornalista del quotidiano “La Nazione” di Siena, si è concentrato sulle nuove metodologie di misurazione del capitale sociale e culturale e sulle costruzioni di nuovi scenari, attraverso un ripensamento delle dimensioni da prendere in considerazione e degli indicatori più opportuni per misurare gli impatti e non solo i risultati generati.

In foto da sinistra: Pino Di Blasio, Jacopo Tabolli, Paola Dubini e Marco Forte

Nel corso dell’incontro, dopo il panel introduttivo formato da Jacopo Tabolli, professore dell’Università per stranieri, da Marco Forte della Fondazione Mps e da Dubini, dedicato all’analisi della centralità della cultura come strumento per costruire relazioni innovative e diversi orizzonti geografici attraverso cui generare uno sviluppo sostenibile, sono stati presentati numerosi casi di buone pratiche relative alla valutazione d’impatto e alla misurazione dell’inclusione sociale e culturale.

In foto da sinistra: Gaspare Caliri e Nicoletta Tranquillo

In particolare, Gaspare Caliri e Nicoletta Tranquillo hanno raccontato la realtà di Kilowatt, uno spazio pubblico rigenerato a Bologna che rappresenta una cooperativa di lavoro composta da diverse anime che operano nei settori dell’innovazione sociale, dell’economia circolare, della comunicazione e della rigenerazione. L’organizzazione si è impegnata nella declinazione della misurazione dell’impatto all’interno della scala delle politiche pubbliche del settore cultura del Comune di Bologna, attraverso un progetto dedicato alla produzione e al welfare culturale, relativo in particolare al settore delle biblioteche.

In foto da sinistra: Marta Inversini, Sandra Aloia e Alessandra Vittorini

È seguito poi l’intervento di Alessandra Vittorini della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, che si è concentrato sul ruolo delle capitali italiane della cultura nell’ambito della valutazione di impatto e delle progettualità culturali. Il lavoro, che è attualmente in corso, è partito dall’analisi dello stato dell’arte, attraverso il confronto tra i dati, lo studio degli obiettivi, degli scenari e dei contesti, per arrivare poi alla costruzione di matrici per la visione sistemica di tutti gli elementi conoscitivi e l’individuazione degli ambiti di interesse per la misurazione (la vivacità culturale, l’accesso e la partecipazione, il senso di appartenenza delle comunità, le modalità organizzative e gestionali dell’evento, la capacità di generare attrattività turistico-culturale, il posizionamento mediatico e la capacità di diffusione di trasferimento tecnologico e imprenditorialità).

“Gli spazi di partecipazione di cui ci occupiamo sono già ritornati ai livelli presenti prima della pandemia, ma la presenza dice poco. Ci si deve occupare anche di partecipazione attiva e di valutazione degli effetti”. Queste le parole di Sandra Aloia, che ha raccontato il lavoro svolto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo sulla valutazione di impatto della partecipazione culturale attiva, per creare circolarità delle politiche e indirizzare le azioni al futuro, attraverso un’indagine svolta sulle organizzazioni culturali tramite il paradigma del controfattuale. Sono stati presentati inoltre altri progetti in corso all’interno della fondazione, che si occupano in particolare del rapporto tra cultura e salute, del ruolo della cultura per il contrasto alla povertà relazionale e della funzione del servizio civile all’interno dello sviluppo delle soft skills e nei livelli di occupazione e di partecipazione attiva.

Marta Inversini, direttrice della Fondazione Mondadori, ha presentato poi “Abito”, progetto pilota della fondazione, un percorso di educazione civica che accompagna studenti delle scuole secondarie di primo grado nel cammino verso una cittadinanza consapevole, attraverso i linguaggi dell’arte e della cultura.

In foto: Francesca Campora

Per quanto riguarda il tema della progettualità e del radicamento, è intervenuta Francesca Campora della Fondazione Garrone, che ha presentato il progetto Campus RestartApp, attraverso il quale si avviano percorsi di coaching flessibile e personalizzato con cui formare imprese e startup innovative, sostenibili e capaci di fornire un concreto contributo al rilancio e alla valorizzazione del territorio appenninico. La fondazione sta attualmente misurando il tipo di impatto generato a più livelli, con il supporto dell’Università statale di Milano e la Bocconi, e il contributo effettivo della fondazione nel radicamento di una cultura di impresa sostenibile sui territori. Attualmente, le evidenze fino ad ora ottenute mostrano che 3 imprenditori su 4 hanno dichiarato che senza il lavoro svolto dalla fondazione non avrebbero avviato il loro progetto di impresa. Inoltre, nel 65% dei casi i percorsi di formazione hanno contribuito a sviluppare una maggiore consapevolezza circa il valore del luogo in cui l’impresa è stata costruita e il 90% del campione sostiene di essere stato stimolato ad una propensione al lavoro in rete sul territorio.

In foto da sinistra: Pino Di Blasio, Alessia Maso e Elena Pianea

“La città ha un ruolo. Non bastano le istituzioni che si occupano di educazione o i centri educativi. La città educa e si prende cura delle fragilità al proprio interno”, così ha commentato Alessia Maso di Traiettorie urbane, un progetto triennale dedicato a sei quartieri diversi della città di Palermo, grazie al quale sono state promosse attività per ragazzi e ragazze che non hanno accesso al mondo della cultura e dello sport. La domanda alla base di questo progetto, nella sua fase di costruzione, è stata quelle di trovare una leva di attivazione di meccanismi di piacere sano e genuino, al di fuori delle dipendenze, come nel caso dell’utilizzo di sostanze stupefacenti. Si è scelto quindi di utilizzare la cultura e lo sport come momenti e metodi che possano far riscoprire la gioia reale. Per quanto riguarda l’analisi degli impatti e la metodologia utilizzata, l’impianto di valutazione e attualmente in fase di costruzione e il modello di riferimento scelto non è quello del controfattuale, ma la teoria del cambiamento.

L’evento si è concluso con gli interventi delle istituzioni. Da un punto di vista territoriale, la direttrice della direzione cultura della Regione Toscana Elena Pianea ha presentato i dati consolidati della partecipazione e della fruizione culturale sul territorio e ha messo in evidenza la necessità di sistematizzare le informazioni circa gli impatti e sviluppare attività e politiche di ricerca per sostenere nuove analisi e metodologie in questa direzione.

In foto: Adele Cesi

Da un punto di vista nazionale, infine, è intervenuta Adele Cesi, rappresentante dell’ufficio Unesco del ministero della Cultura, che ha descritto gli impatti dell’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale e il ruolo di accompagnamento dell’ufficio nei processi di candidatura: “La candidatura all’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale oggi più che mai costituisce un motore importante per i territori, soprattutto per quelli meno conosciuti. Anche per questo motivo, le candidature vanno dosate e selezionate, senza dimenticare mai che questi luoghi sono un tassello del racconto globale della storia dell’umanità e che la cultura può essere utilizzata come vero veicolo per lo sviluppo sostenibile.”

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di Cecilia Menichella

venerdì 28 ottobre 2022