Per tutelare la salute mentale dei giovani bisogna coinvolgere tutta la comunità

Famiglie, scuole e realtà del tessuto sociale sono essenziali per ascoltare le esigenze delle giovani generazioni: questo il messaggio chiave dell’evento nazionale ASviS sul Goal 3. Presentato un Quaderno sulla salute globale.

Come garantire il benessere e la salute mentale delle fasce più giovani della popolazione, le più colpite dall’impatto delle crisi multiple, legate alla pandemia, alla guerra, all’ambiente e all’economia? Esperte ed esperti ne hanno discusso, raccontando la propria esperienza, durante l’evento nazionale “Incertezza del futuro, distopie nel presente: la salute mentale dei nostri giovani”, organizzato dal Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 3 “Salute e benessere”, con la tutorship di Viatris e tenutosi il 10 ottobre 2022 nell’ambito della sesta edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile.


In foto da sinistra: Carla D’Angelo, Carla Collicelli

Ha aperto e moderato l’incontro Carla Collicelli, senior expert ASviS per le relazioni istituzionali e referente del Gruppo di lavoro sul Goal 3, ricordando le conseguenze della pandemia sulla salute dei giovani e sottolineando l’importanza di “fare uno sforzo collettivo per promuovere il benessere psico-fisico dei giovani." Ha proseguito Carla D’Angelo, membro della Commissione centrale medica del Cai e coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 3, che ha illustrato i dati principali sull’Obiettivo 3 emersi dal Rapporto annuale dell’ASviS, indicando la necessità di dare “priorità a risorse umane ed economiche e a percorsi di assistenza territorio-ospedale.

È successivamente intervenuto Fabio Torriglia, country manager Viatris in Italia, che ha raccontato l’impegno dell’azienda, a livello mondiale e nazionale, in tre ambiti chiave: produzione di farmaci di qualità, distribuzione e disponibilità di farmaci in tutto il mondo. L’attenzione di Viatris è rivolta anche alla diffusione del concetto di salute mentale, grazie al lavoro e alla ricerca di progetti aziendali, come ad esempio Serendipity. “Mi piace molto l’hashtag del Festival, #stiamoagendo, perché dà proprio il senso di fare qualche cosa che serva e farlo quotidianamente. Questo è il nostro primo impegno”, ha concluso Fabio Torriglia.


In foto da sinistra: Carla Collicelli, Fabrizio Starace, Alberto Zanobini

“Dobbiamo ascoltare i giovani, non definirli. Siamo abituati a definire questa fase della vita secondo parametri propri dell’adulto con prospettive spesso distopiche. Ascoltarli, seguirne le traiettorie, incluse nel contesto contemporaneo in cui vivere, è invece la chiave di lettura migliore”, ha sottolineato Fabrizio Starace, direttore Dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl Modena e consigliere Css, spiegando le sfide che gli adolescenti si trovano ad affrontare. “I disturbi non sono esenti da un peso collettivo per tutta la società, non sono solo un problema per gli adolescenti e le famiglie”, ha proseguito Fabrizio Starace, “il costo dei disturbi mentali, che ricordiamo in oltre il 50% insorgono prima dei 18 anni, è enorme, solo per l’Europa è stato stimato essere il 4% del Pil”. L’Italia, ha sottolineato Fabrizio Starace, mette a disposizione solo lo 0,2% o 0,3% del Pil per gli interventi in salute mentale.


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Alberto Zanobini, presidente Associazione ospedali pediatrici italiani (Aopi), ha ricordato che già prima della pandemia “il terreno era assai fragile” e che “solo un bambino su cinque in Italia riusciva ad essere ricoverato in un reparto di neuropsichiatria, avendone bisogno, quattro su cinque venivano ricoverati in reparti non appropriati, di cui uno su cinque in un reparto psichiatrico per adulti”. Occorre, quindi, investire sulle strutture territoriali per evitare che il carico sia solo sugli ospedali, sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce.

In foto da sinistra: Carla Collicelli, Lucio Maciocia

L’evento è continuato con il primo panel, dedicato al ruolo della famiglia. “Il disagio dei giovani non è altro che un riflesso immediato di una difficoltà enorme che le famiglie stanno vivendo in un periodo come questo”, ha iniziato così il suo intervento Lucio Maciocia, membro direttivo Società italiana promozione di salute, Asl Frosinone, Italia nostra onlus, evidenziando la carenza di politiche per le famiglie. Lucio Maciocia ha poi spiegato il significato di due concetti che descrivono il legame tra i disagi degli adolescenti e la situazione famigliare: la trasmissione trans-generazionale, per cui vicende, traumi e disagi vissuti dai genitori si ripetono nella vita dei figli, e l’interdipendenza patogena, per cui le disfunzionalità di un adolescente sono spesso legate a malesseri e dolori delle famiglie che “non sono attrezzate a lavorare su alcune modalità di comportamento”.

In foto da sinistra: Carla Collicelli, Rosalba De Biase

Fornire strumenti pratici alle famiglie e ai giovani è lo scopo di “Figli in penombra”, progetto del Dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Modena, raccontato da Rosalba De Biase, responsabile clinico dell’iniziativa. “I figli di genitori con disagio psichico hanno un rischio aggiuntivo rispetto agli altri coetanei di sviluppare a loro volta un disagio psichico”, ha ricordato Rosalba De Biase per spiegare il motivo della nascita del progetto.


In foto da sinistra: Carla Collicelli, Maria Paola Azzario, Amelie Reuterskiöld Franchin

 Maria Paola Azzario, presidente Centro per l’Unesco di Torino, ha sottolineato l’importanza degli ambienti famigliari e scolastici: “Sono ambienti che hanno caratteristiche e finalità diverse e devono proporre una modalità per intervenire nel loro presente”. Maria Paola Azzario ha poi descritto il metodo Eca (Educazione creativa autogestita), depositato e approvato dall’Unesco sin dal 1983, che favorisce un comportamento all’interno di un gruppo di pari per affrontare situazioni diverse.


In foto da sinistra: Carla Collicelli, Valeria Catalano

Ha successivamente preso parola la professoressa Valeria Catalano, dirigente scolastica dell’istituto Colozza Bonfiglio di Palermo, impegnato in iniziative per contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa. La scuola, sostiene Valeria Catalano, non deve creare modelli assoluti, deve reinventarsi e riconnettersi con il territorio e la comunità. “Le famiglie che in questo contesto si sono sentite coinvolte hanno vissuto questa unione con il territorio e hanno abbattuto quelle barriere di pregiudizi che a volte esistono nei territori disagiati e svantaggiati socio-culturalmente. Il pregiudizio nei confronti delle istituzioni nasce dal fatto che le scuole rappresentano le regole, lo Stato e le sanzioni”, ha sottolineato Catalano.

Amelie Reuterskiöld Franchin, sustainable growth strategist di Afuture, ha presentato il progetto “Chiacchiere importanti per la vita”, un manuale pratico disegnato rivolto agli adulti che si relazionano, per motivi diversi, con bambine e bambini. Il libretto, che in Svezia è stato distribuito alle famiglie, fornisce consigli ed esercizi da svolgere per parlare con bambine e bambini delle proprie emozioni. “È necessario un lavoro di ascolto e prevenzione negli ambiti dove i bambini si trovano più spesso, come la scuola, la famiglia, ma anche le associazioni sportive e religiose” ha evidenziato Amelie Reuterskiöld Franchin. È in programma l’avvio del progetto a Modena, con l’obiettivo di diffonderlo poi sul territorio nazionale.


In foto, sul palco da sinistra: Carla Collicelli, Raffaela Milano, Salvatore Ciro Conte
In collegamento: Daria Braga

Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa Save the children Italia, è intervenuta per discutere della responsabilità delle politiche pubbliche, in particolare dell’importanza degli spazi. “Impegnarsi per la salute degli adolescenti in tutte le politiche significa riconnettere i ragazzi e le ragazze agli spazi urbani” ha dichiarato Raffaela Milano, sottolineando la necessità di evitare la segregazione spaziale per i giovani che vivono in contesti più svantaggiati. Per raggiungere questo obiettivo è necessario coinvolgere i ragazzi e le ragazze nei progetti di rigenerazione urbana. Raffaela Milano ha aggiunto, inoltre, che “prendersi cura della salute degli adolescenti significa prendersi cura della salute degli adulti”.

Salvatore Ciro Conte, di Telefono azzurro, ha approfondito i rischi e le opportunità legate al mondo digitale. “Più di un terzo della popolazione che è presente su piattaforme digitali è minorenne, ma le piattaforme non state create per questa fascia di popolazione” ha riferito Ciro Conte, riportando l’aumento di casi di solitudine, ansia e difficoltà relazionali osservato da Telefono azzurro durante e a seguito della pandemia. “Il digitale è un ambiente che i più piccoli frequentano quotidianamente e può essere una risorsa”, ha continuato Salvatore Ciro Conte, “ed è importante ragionare su quali possono essere i nuovi modelli di cura che tengano in considerazione il linguaggio e i comportamenti che i più piccoli hanno all’interno delle piattaforme digitali”.

“Lo sport è uno strumento potente per affrontare tutte le facce del disagio psichico minorile di cui abbiamo parlato”, ha evidenziato Daria Braga della Fondazione Laureus. L’approccio della Fondazione consiste in una mappatura dei territori per individuare le aree più fragili al fine di gestire queste difficoltà anche attraverso le associazioni sportive e gli psicologi sportivi. “Il mondo sportivo non si contrappone a quello digitale, lo bilancia. Lo sport ha il dovere di presentarsi ai giovani come una bellezza di messaggi, persone che lo facciano percepire come tale agli occhi dei giovani” ha concluso Daria Braga.

In foto da sinistra: Carla Collicelli, Duilio Carusi, Claudia Cioffi

Duilio Carusi, coordinatore dell’Osservatorio salute benessere e resilienza della Fondazione Bruno Visentini, e Claudia Cioffi, membro dell’Osservatorio politiche giovanili della Fondazione Bruno Visentini e membro del Gruppo di lavoro trasversale ASviS “Organizzazioni giovanili”, hanno presentato analisi e attività dell’Osservatorio. Duilio Carusi ha fatto notare, ad esempio, che il livello di insoddisfazione per la propria vita è aumentato tra i giovani nella fascia 14-17 anni con la pandemia. Si osservano dati preoccupanti anche per i tassi di isolamento tra bambine e bambini. “Esiste una porzione di popolazione sempre più crescente che nel tempo libero è isolata”, ha continuato Duilio Carusi, “è vero che i numeri sono piccoli, ma il fenomeno comincia a diventare rilevante perché stiamo parlando del 3% o 4% della popolazione”.

Claudia Cioffi ha illustrato i risultati dell’indagine condotta dalla Fondazione Bruno Visentini sul benessere collettivo, analizzando le priorità, quali la tutela dell’ambiente, la creazione di spazi per il confronto, il lavoro e la crescita economica, individuati dalle ragazze e dai ragazzi intervistati. Importante, ha sottolineato Claudia Cioffi, il dato sulla fiducia nel futuro: “Sono tre giovani su dieci i ragazzi che ci dicono di essere tendenzialmente pessimisti sul proprio futuro. Dal 2018 ad oggi c’è un ragazzo in più che dichiara di essere pessimista”.


In foto da sinistra: Massimo De Rosa, Raffaella Bucciardini

“Noi siamo in una sindemia ed è, quindi, necessario un approccio sindemico, un approccio in grado di sviluppare strategie di prevenzione e adattamento multilivello, efficaci”, ha evidenziato Massimo De Rosa, coordinatore iniziative di promozione e sviluppo della rete “Ebbene”, Fondazione nazionale di Prossimità, affermando l’importanza di attuare politiche che riducano le disuguaglianze non solo in campo sanitario, ma anche economico e sociale. “Un approccio sindemico è necessario per generare e attivare nuove utopie nei nostri giovani” ha concluso Massimo De Rosa.

Scarica il Quaderno

Raffaella Bucciardini ha presentato il Quaderno “Salute globale e determinanti sociali, ambientali, economici. Una nuova consapevolezza dopo la pandemia da Covid-19, un progetto del Gruppo di lavoro dell’ASviS sul Goal 3 “Salute e benessere”, realizzato con la collaborazione di esperte ed esperti e con il supporto incondizionato di Viatris. “Obiettivo principale del Quaderno è approfondire sfide e debolezze nei diversi contesti della società (locale, nazionale, globale) per arrivare a una salute globale equa e sostenibile” ha spiegato Raffaella Bucciardini. Il concetto di salute globale era noto a poche persone esperte: la pandemia da Covid-19 ha, invece, aumentato la consapevolezza del legame tra fattori socio-economici, ambientali e sanitari. Raffaella Bucciardini ha concluso l’incontro con l’augurio di poter collaborare per raggiungere una salute globale equa e sostenibile.

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Di Maddalena Binda

 

 

 

 

 

 

mercoledì 12 ottobre 2022