Dagli eventi nazionali, la rotta per far fronte alle sfide presenti e future

L’urgenza di accelerare la transizione ecologica, il lavoro e la salute dei giovani, la comunicazione di sostenibilità, la misurazione: tanti i temi affrontati che offrono spunti di riflessione e di azione. 

La sesta edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, inserita quest’anno nel contesto della triplice crisi legata a guerra, pandemia e clima, è stata ricca di contenuti e spunti di riflessione utili a fronteggiare le sfide presenti e future.

Ma quali sono i messaggi che emergono da questa grande manifestazione? Possiamo provare a sottolinearne alcuni, attraverso le cronache dei tre eventi principali organizzati direttamente dall’ASviS (a cui è dedicato l’articolo di Elita Viola) e degli altri 19 incontri di rilevanza nazionale curati per la maggior parte dai Gruppi di lavoro dell’Alleanza, di cui proviamo a dare un estratto (inevitabilmente non esaustivo) in questa sede. 

  • La crisi non deve essere un alibi per rallentare la transizione energetica. I ritardi sono numerosi e per cambiare rotta servono un cambiamento culturale e “un piano shock”. Bisogna anche dotare l’Italia di una Legge sul clima, perché il clima non è di destra o di sinistra, è il clima, ha detto Mariagrazia Midulla (responsabile clima ed energia di Wwf Italia). Secondo Enrico Giovannini, già ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili,

    Il saldo tra gli enormi problemi e le straordinarie opportunità della transizione ecologica dipende dal punto di vista con cui la politica, le imprese e la società la vogliono affrontare.
  • E senza il protagonismo di donne e giovani, non ci può essere una transizione ecologica giusta. A ribadirlo, tra gli altri, è stata anche Dora Iacobelli, presidente Assemblea dei delegati di LegaCoop e coordinatrice del Gruppo di lavoro (Gdl) ASviS sul Goal 5 “Parità di genere”:

    Non esiste sostenibilità senza parità di genere. Donne e giovani sono i protagonisti per un reale cambiamento della società sulle questioni dei diritti e dell’inclusione.

    La prospettiva di genere va rafforzata nei piani di transizione ecologica, posta alla base di una strategia per l’occupazione e occorre darle luce nel settore agroalimentare.

  • Il nostro ritmo è insostenibile per i sistemi naturali, abbiamo bisogno di stare al mondo in modo diverso. Sono 50 anni (contati a partire da “I limiti alla crescita” del Club di Roma) che abbiamo gli strumenti per capire come funziona il modello economico, eppure siamo in ritardo; se avessimo cominciato prima oggi non staremmo a questo punto. Per questo motivo, come evidenziato da Gianfranco Bologna (coordinatore Gdl ASviS sui Goal 6-14-15 dedicati ad acqua, biodiversità marina e terrestre, nonché presidente onorario della comunità scientifica Wwf e full member Club of Rome),

    dal Festival dello Sviluppo Sostenibile deve uscire forte il messaggio che non possiamo permetterci di perdere altro tempo. La conoscenza deve essere tradotta in politiche.

    Barbara Gallavotti, giornalista scientifica che ha tirato le somme dell’evento dedicato al suolo, ha ribadito che

    abbiamo le conoscenze scientifiche per capire cosa dobbiamo fare, abbiamo la tecnologia, abbiamo più consapevolezza, abbiamo la convenienza economica. Allora cosa ci manca? Il problema è che siamo nelle condizioni di ‘fare la lampadina’ ma non sappiamo come ‘abbandonare le candele’, non è facile passare da un sistema all’altro. Non ci resta che usare le conoscenze e i meccanismi che ci siamo dati per affrontare la transizione sapendo che il momento più difficile è questo ma che, superato, le cose andranno meglio.

  • Tra gli acceleratori della transizione ecologica troviamo gli investimenti sulle infrastrutture italiane, fisiche e digitali, per andare nella direzione della sostenibilità, al fine di aumentare la resilienza dei territori di fronte ai cambiamenti climatici e garantire l’inclusione delle persone. Se ne è parlato all’evento dedicato al tema, che ha messo al centro progetti infrastrutturali sostenibili e per “non nuocere all’ambiente”, tecnologia per la sicurezza, decarbonizzazione dell’aviazione e riqualificazione dei lavoratori nella transizione. Cesare Avenia, coordinatore del Gdl ASviS sul Goal 9 “Imprese, innovazione e infrastrutture” e presidente di Fondazione Lars Magnus Ericsson, dopo aver presentato il Position Paper che indaga la centralità del sistema infrastrutturale e dell’innovazione quali abilitatori essenziali per lo sviluppo sostenibile, ha evidenziato che

    le infrastrutture sono la prima fonte di reddito, forniscono innovazione tecnologica per il rispetto dell'ambiente e favoriscono i servizi necessari al benessere delle persone. L’innovazione è il più grande strumento che ha l’umanità, ma se non la guidi produce disuguaglianze.

  • Anche nel settore dell’agroalimentare senza una diffusione delle innovazioni tecnologiche non si potranno raggiungere traguardi ambiziosi, ma serve in aggiunta un cambio culturale. Per Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, bisogna innovare per “produrre meglio consumando meno”. Ma l’innovazione deve avvenire anche a livello sociale, come evidenziato dai due coordinatori dei Gdl ASviS sul tema, Gian Paolo Cesaretti sul Goal 2 “Sconfiggere la fame” (e presidente della Fondazione Simone Cesaretti), e Valentino Bobbio sul Goal 12 “Consumo e produzione responsabili” (anche segretario generale di NeXt – Nuova economia per tutti), perché la povertà alimentare è anche povertà culturale. Per Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo,

    ci sono molte cose da fare: alcune più semplici, come sostituire la plastica con la carta, altre più difficili. Dobbiamo però spiegare al consumatore che il sacrificio dei produttori richiederà dall’altra parte scelte importanti nell’acquisto, dove si dovranno privilegiare i prodotti sostenibili.

  • Una nuova cultura che deve arrivare alle giovani generazioni grazie al coinvolgimento di tutta la comunità. Bisogna formare, dunque, non solo gli insegnati, ma anche la società civile. E per acquisire le competenze, servono gli strumenti. Strumenti che il Quaderno presentato all’evento sul Goal 4 “Istruzione di qualità”, presentato da Giordana Francia (Link 2007/Cisp) e Maria Chiara Pettenati (Indire), entrambe coordinatrici del Gdl ASviS sul tema, intende offrire per mettere in pratica l’educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale.


  • Per cambiare la cultura, occorre generare impatti sociali. Così Paola Dubini, Università Bocconi e coordinatrice del Gdl ASviS sulla cultura per lo sviluppo sostenibile, ha introdotto l’evento sul tema: produrre un impatto sociale significa avviare un processo di valorizzazione culturale, costruire una cittadinanza, potenziare le azioni di rigenerazione urbana e supportare le attività di educazione e formazione sui territori. Durante l’incontro sono state presentate buone pratiche relative alla valutazione d’impatto e alla misurazione dell’inclusione sociale e culturale.

  • La cultura della sostenibilità ha raggiunto, con il recente inserimento in Costituzione della tutela dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni, una nuova importante tappa. Se ne è parlato all’incontro organizzato dall'Archivio storico della presidenza della Repubblica con l'Università degli studi di Roma Tor Vergata e l’ASviS. Marina Giannetto, sovrintendente dell’Archivio storico della presidenza della Repubblica, ripercorrendo le fasi che hanno segnato l’affermarsi del concetto di sostenibilità nella cultura del Paese a partire dalle prime leggi sulla tutela del paesaggio, si è espressa in merito all’integrazione dei principi fondamentali della Carta:

    questo è un cambiamento radicale fondato su una duplice consapevolezza acquisita nel tempo: da un lato c’è un nesso inscindibile, voluto e sottolineato dalla Costituzione, tra patrimonio ambientale e culturale, entrambi da valorizzare e salvaguardare. Da un altro lato questi patrimoni devono essere visti nella prospettiva nuova dei beni comuni.

  • Educare cittadine e cittadini, comunicando la sostenibilità, richiede poi una diversificazione dei linguaggi e un maggiore spazio alla scienza. Se ne è parlato in un evento in cui è intervenuto, tra gli altri, il climatologo Luca Mercalli, secondo il quale

    la situazione è davvero catastrofica, la cosa importante però è non fermarsi a questo e ribadire che una cura c’è. Troppo spesso la tv preferisce raccontare il dolore, che non porta da nessuna parte, anziché dare spazio agli esperti per spiegare perché quel tale fenomeno è avvenuto.

    Raccontare dunque meno in maniera emergenziale e “ipocrita” e lasciare più spazio ai temi scientifici, coniugandoli anche con l’intrattenimento e ingaggiando artisti.

  • Anche perché “si fa presto a dire sostenibilità”, come ha sottolineato un altro evento dedicato alla comunicazione e, in particolare, al tema del greenwashing. Lo sanno bene quelle imprese che attraverso la pubblicità cercano di tingere di verde le loro attività: quasi una pubblicità su cinque diffusa nel nostro Paese inserisce la parola “sostenibilità” nei messaggi diretti al pubblico e, di queste, circa la metà fa riferimento al tema della sostenibilità ambientale. Ma

    oggi, con il tema della misurazione della sostenibilità, i criteri Esg (Environmental, social, governance, ndr), le aziende non possono permettersi di non essere trasparenti,

    ha affermato Elena Di Giovanni, vice presidente e co-fondatrice Comin & Partners. Occorre però aiutare i consumatori a orientarsi, con una comunicazione sempre più chiara e sintetica nelle etichette. Per Fulvio Rossi, consulente e advisor per la sostenibilità Sustainability makers, non è pensabile che i consumatori si studino gli indicatori delle imprese: c’è bisogno di un bollino che dice che un prodotto è sostenibile.

  • Uno degli eventi nazionali del Festival è stato dedicato al nuovo scenario europeo e internazionale delle informazioni aziendali sulla sostenibilità, sulle implicazioni degli standard e sui relativi rischi e opportunità per le imprese italiane. Le novità rappresentano un cambiamento epocale per il mondo aziendale, uno tsunami normativo senza precedenti nel reporting, per usare le parole di Roberto Giacomelli (partner EY sustainability). Due le sfide principali secondo Marco Pasquotti (presidente nordest Andaf), la prima sui dati, la seconda sulle competenze. E la trasparenza dei metodi è centrale, secondo Ivan Faiella della Banca D’Italia, che ha annunciato che stanno lavorando a un tavolo dei regolatori per la finanza sostenibile per mettere insieme le forze.

  • Di dati si è parlato anche all’evento Istat-ASviS, che ha sottolineato i progressi per costruire misurazioni condivise sulla sostenibilità e segnalato la necessità di un maggior coinvolgimento della società civile. Nel corso dell’incontro, Mara Cossu, dirigente del ministero della Transizione ecologica, ha illustrato la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS), un quadro di riferimento a livello nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo settoriale e territoriale. Manlio Calzaroni, responsabile dell’area Attività e progetti di ricerca dell’ASviS, ha osservato che l’impegno della politica e dei tecnici deve essere orientato a definire il modello nel quale misurare i problemi sui territori, costruendo quadri certi ai quali nessuna amministrazione possa permettersi di derogare.

  • Proprio per discutere con le amministrazioni regionali del raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 nel quadro della nuova Strategia per lo sviluppo sostenibile è stato organizzato l’evento nazionale dell’ASviS con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Servono formazione e coerenza strategica per “territorializzare” la sostenibilità, è il messaggio complessivo emerso dalle esperienze degli enti locali.

  • Di territori si è parlato anche in un altro evento, con gli occhi di chi li vive quotidianamente: i cittadine e dei cittadini. Un incontro dedicato al tema della partecipazione attiva e alla nascita, nonostante l’aumento dell’astensionismo, di nuove forme di coinvolgimento della cittadinanza. Comunità energetiche, presidi territoriali e dibattito sulle opere infrastrutturali tra le esperienze analizzate.

    Siamo consapevoli che le trasformazioni in atto nel nostro Paese, a cominciare dalla transizione ecologica ed energetica, ci impongono d’istituire un ruolo da protagonista ai cittadini e alle cittadine. Proprio l’Unione europea ha adottato nel suo trattato il principio della democrazia partecipativa,

    ha affermato Flavia Terribile, Forum disuguaglianze e diversità e coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 1 (povertà) e 10 (disuguaglianze). Per Tommaso Goisis, presidente del Comitato Colibrì, giuridicamente, il dibattito pubblico dovrebbe essere obbligatorio. Ma bisogna fare attenzione:

    I processi partecipativi senza un vero intento di redistribuzione del potere da chi ne ha meno a chi ne ha di più sono parole vuote o processi che non raggiungono le loro potenzialità.

  • Tra i soggetti che talvolta si ritrovano senza potere si annoverano anche i giovani, vittime di salari non dignitosi che rischiano di scatenare una rabbia sociale. Se ne è parlato all’evento sul Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica”, a cui è intervenuto anche l’ex-ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, affermando sul tema delle dimissioni volontarie: fannulloni ne vedo pochi, vedo piuttosto persone respinte da un mercato del lavoro che offre spesso delle condizioni inaccettabili, e che non vanno accettate. Occorre finanziare l’entrata dei giovani nel mondo lavorativo e, secondo Ivana Veronesi (segretaria Uil), bisogna ripulire il mercato dalle forme atipiche di contratto che hanno avvelenato il mondo del lavoro.

  • Di giovani si è parlato anche all’evento sul Goal 3 “Salute e benessere”, per riflettere sulla loro salute mentale, che per essere tutelata ha bisogno del coinvolgimento di tutta la comunità: famiglie, scuole e realtà del tessuto sociale sono essenziali per ascoltare le loro esigenze.

    Dobbiamo ascoltare i giovani, non definirli. Siamo abituati a definire questa fase della vita secondo parametri propri dell’adulto con prospettive spesso distopiche. Ascoltarli, seguirne le traiettorie, incluse nel contesto contemporaneo in cui vivere, è invece la chiave di lettura migliore, ha sottolineato Fabrizio Starace, direttore Dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl Modena.

  • Giunti a questo punto la domanda che viene da porsi è: come mettere insieme tutte queste sfide, per le persone, il Pianeta e la prosperità, come auspicato dall’Agenda Onu 2030? La risposta chiave sembra risiedere nella collaborazione e il confronto. L’evento delle fondazioni per lo sviluppo sostenibile ha posto l’accento sul loro ruolo di “enzimi” che generano dialogo e progetti condivisi.

  • Con lo spirito del confronto è stato pensato invece l’incontro a cura dell’Ufficio per il dialogo italo-tedesco e di FUTURAnetwork. Un dibattito tra Germania e Italia da cui è scaturito un messaggio chiave: la crisi energetica si potrà superare solo attraverso un’azione coesa dell’Unione europea. Secondo Karoline Rörig, dell’Ufficio per il dialogo italo-tedesco, la buona collaborazione non è un automatismo, ma il risultato di un processo continuativo e strutturato e, considerando la crisi che stiamo affrontando, trovare soluzioni comuni è ancora più importante. Per Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non c’è spazio per i Paesi europei se agiscono da soli.

  • All’importanza dei rapporti euromediterranei è stato dedicato l’evento sul ruolo del Mezzogiorno d’Italia, durante il quale Piero Lacorazza (Fondazione Appennino) ha anche presentato il manifesto ASviS “Il Sud come cerniera sostenibile tra Europa e Mediterraneo”. Stefano Manservisi (ex direttore generale alla Commissione Ue) ha evidenziato che il Mezzogiorno non è solo una questione meridionale italiana, ma una questione mediterranea, è pertanto necessario costruire ed estendere alleanze con tutti i Paesi dell’area mediterranea.
    Fonte: Archivio Muse - Museo delle Scienze


ACCEDI A TUTTE LE CRONACHE INTEGRALI E AI VIDEO DEGLI INCONTRI:

  1. Le fonti rinnovabili contro la crisi e per la transizione ecologica”, 5 ottobre, Goal 7-13
  2. La sostenibilità va in onda: modalità di racconto a confronto”, 5 ottobre, Prix Italia-ASviS
  3. Transizione ecologica: donne protagoniste”, 6 ottobre, Goal 5
  4. Dialogo italo-tedesco per lo sviluppo sostenibile. Iniziative, programmi e prospettive di lavoro”, 7 ottobre, FUTURAnetwork
  5. 50 anni persi, come sta il suolo?”, 10 ottobre, Goal 6-14-15
  6. Incertezza del futuro, distopie nel presente: la salute mentale dei nostri giovani”, 10 ottobre, Goal 3. Durante l’incontro è stato lanciato anche il Quaderno “Salute globale e determinanti sociali, ambientali, economici. Una nuova consapevolezza dopo la pandemia da Covid-19”.
  7. Partecipazione alla polis: tra mito e realtà”, 11 ottobre, Goal 1-10
  8. Ambiente, biodiversità, territori nelle memorie del Paese. A proposito del ‘nuovo’ articolo 9 della Costituzione: la tutela dell’ambiente “nell’interesse delle future generazioni”, 12 ottobre, Archivi storici del Quirinale e ASviS
  9. La nuova strategia per lo sviluppo sostenibile. Valutazioni sulle nuove indicazioni in termini di misura dello sviluppo sostenibile”, 13 ottobre, Istat-ASviS
  10. Le strategie per una infrastruttura sostenibile”, 14 ottobre, Goal 9. Durante l’incontro è stato anche presentato il Position Paper "Le infrastrutture sostenibili e l'Agenda 2030".
  11. Informazioni di sostenibilità e sostenibilità delle informazioni”, 14 ottobre, finanza e Patto di Milano
  12. Per una transizione giusta e una crescita sostenibile. La buona occupazione giovanile: una sfida italiana”, 17 ottobre, Goal 8
  13. Mettere in pratica l'educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza per un’istruzione di qualità: oltre il Target 4.7”, 17 ottobre, Goal 4. Durante l’incontro è stato presentato anche il Quaderno “Target 4.7- Educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale”.
  14. Persone, Pianeta e Prosperità: il contributo delle fondazioni”, 18 ottobre, Fondazioni per lo sviluppo sostenibile
  15. L'azione delle Regioni per il raggiungimento degli Obiettivi dell'Agenda 2030 nel quadro della nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile”, 18 ottobre, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. In occasione dell’incontro è stato lanciato il corso e-learning ASviS “PA 2030 – La territorializzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”.
  16. Il Sud come cerniera sostenibile tra Europa e Mediterraneo”, 18 ottobre, Goal 11. Durante l’incontro è stato presentato anche il Manifesto ASviS per il Sud.
  17. Si fa presto a dire sostenibilità”, 19 ottobre, ASviS
  18. Innovazione per la sicurezza e la sostenibilità agroalimentare”, 19 ottobre, Goal 2-12. Durante l’incontro è stato anche lanciato l’aggiornamento annuale del Position Paper “Consumo e produzione responsabili”.
  19. Cultura e impatti: a che punto siamo”, 19 ottobre, Cultura per lo sviluppo sostenibile


di Flavia Belladonna

giovedì 3 novembre 2022